FIABE ANTICHE
PER UN FUTURO DIGITALE

Metafore e mostri nell’era dell’intelligenza artificiale

Non si tratta di rigettare la tecnologia, ma di abitarla con spirito critico
e volontà di trasformazione

Il libro

FIABE ANTICHE PER UN FUTURO DIGITALE

METAFORE E MOSTRI NELL’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Un libro insolito e molto prezioso che offre la possibilità di riflettere in modo originale sulla questione dell’uso della tecnologia e della sua rilevanza per il futuro di tutti, in un periodo in cui si parla di questo tema molto spesso a sproposito e con una certa banalità. L’autore ha infatti compreso che l’antica sapienza popolare custodita in fiabe e leggende del Meridione è tutt’altro che estranea al tipo di coscienza collettiva che deve guidare responsabilmente il rapporto con le tecnologie. Un rapporto senz’altro delicato, perché le tecnologie digitali e la cosiddetta intelligenza artificiale non sono affatto docili e neutri strumenti pronti a farsi usare da chiunque.

L’autore

MORENO CAROSELLA

Sono un informatico e imprenditore con oltre trent’anni di esperienza nella progettazione di soluzioni digitali innovative per la logistica, la pubblica amministrazione e i servizi urbani. Dopo una lunga esperienza in una multinazionale, ho fondato diverse start-up innovative oggi PMI. Ho sempre creduto che la tecnologia non sia solo uno strumento, ma anche un’occasione per ripensare i rapporti tra persone, comunità e istituzioni. Accanto all’attività professionale, insegno presso l’Università del Sannio, dove accompagno studenti e giovani sviluppatori nella scoperta di strumenti e metodi per analizzare e comprendere la complessità dei dati. Appassionato di filosofia e di arte, porto queste prospettive anche nella scrittura. Con il mio lavoro, Fiabe antiche per un futuro digitale, ho voluto unire la leggerezza della narrazione con la profondità della riflessione, per raccontare come le metafore del passato possano ancora illuminare i rischi e le opportunità del nostro presente digitale.

Prefazione di Roberto Mancini

Roberto Mancini si laurea in Filosofia nel 1981 all’Università di Macerata. Si specializza in Filosofia nel 1983 all’Università di Urbino. Consegue il dottorato di ricerca nel 1986 presso l’Università di Perugia, svolgendo le sue ricerche anche presso la Goethe-Universität di Frankfurt am Main sotto la guida del prof. Karl-Otto Apel. È professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Macerata dove ha ricoperto e ricopre diversi incarichi. Ha insegnato Culture della sostenibilità presso l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera Italiana a Mendrisio. È stato membro del Direttivo dell’Università per la Pace delle Marche, per la quale è responsabile della Scuola di Altra Economia. Collabora stabilmente con le riviste “Servitium”, “Ermeneutica Letteraria” e “Altreconomia”. Dirige la collana “Orizzonte Filosofico” e la collana “Tessiture di laicità” presso Cittadella Editrice di Assisi. Collabora da anni con il “Centro Volontari per il Mondo” di Ancona, con il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA) e con la Comunità di Bose. Nel 2009 ha ricevuto il premio “Zamenhof – Voci della pace” dall’Associazione Italiana per l’Esperanto e dalla Regione Marche. Dal 2012 svolge i seminari di “Officina del pensiero critico” presso il Master EMBA dell’Università LUISS “Guido Carli” di Roma.

Sul valore del libro

Questo libro di Moreno Carosella, studioso della cultura digitale e lucido protagonista di un’imprenditoria di frontiera
in questo campo, è insolito e molto prezioso. Lo è perché, con grande originalità, offre la possibilità di riflettere e di
orientarsi attorno alla questione dell’uso della tecnologia e della sua rilevanza per il futuro di tutti.
Proprio per questa sua apertura al futuro, comprende che l’antica sapienza popolare custodita in favole e leggende
del Meridione è tutt’altro che estranea al tipo di coscienza collettiva che deve guidare responsabilmente il rapporto
con le tecnologie.

Tecnologia: mezzo o medium?

Le tecnologie digitali e la cosiddetta “intelligenza artificiale” non sono affatto docili e neutri strumenti pronti a farsi
usare da chiunque. Esse hanno lo statuto non di un semplice mezzo, ma di un medium, ossia di un elemento mediatore
avvolgente e condizionante per i soggetti umani.

I rischi del dominio tecnologico

L’innovazione non viene dalla tecnologia, ma dalle generazioni nuove. La tecnologia deve realmente diventare un
complesso di canali comunicativi e di strumenti che siano al servizio dell’umanità intera.

Il ruolo delle nuove generazioni

Lasciata al suo sviluppo espansivo guidato da interessi di egemonia economico-politica, in un attimo la tecnologia
diventa tecnocrazia.

La chiave etica

Al di là dei discorsi retorici e ideologici che si moltiplicano quando si parla del digitale e dell’intelligenza artificiale,
in queste pagine viene offerta la chiave culturale per far valere un approccio critico-euristico a una delle questioni più
urgenti del nostro tempo, attestando che è possibile arrivare a disporre di una tecnologia di servizio nella prospettiva
di un futuro di liberazione. Ciò fa di questo testo un libro autenticamente e fecondamente politico.
Un libro profondamente politico per la sua radicale intenzionalità etica.

Prefazione di
Roberto Mancini

Roberto Mancini si laurea in Filosofia nel 1981 all’Università di Macerata. Si specializza in Filosofia nel 1983 all’Università di Urbino. Consegue il dottorato di ricerca nel 1986 presso l’Università di Perugia, svolgendo le sue ricerche anche presso la Goethe-Universität di Frankfurt am Main sotto la guida del prof. Karl-Otto Apel. È professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Macerata dove ha ricoperto e ricopre diversi incarichi. Ha insegnato Culture della sostenibilità presso l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera Italiana a Mendrisio. È stato membro del Direttivo dell’Università per la Pace delle Marche, per la quale è responsabile della Scuola di Altra Economia. Collabora stabilmente con le riviste “Servitium”, “Ermeneutica Letteraria” e “Altreconomia”. Dirige la collana “Orizzonte Filosofico” e la collana “Tessiture di laicità” presso Cittadella Editrice di Assisi. Collabora da anni con il “Centro Volontari per il Mondo” di Ancona, con il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA) e con la Comunità di Bose. Nel 2009 ha ricevuto il premio “Zamenhof – Voci della pace” dall’Associazione Italiana per l’Esperanto e dalla Regione Marche. Dal 2012 svolge i seminari di “Officina del pensiero critico” presso il Master EMBA dell’Università LUISS “Guido Carli” di Roma.

Sul valore del libro

Questo libro di Moreno Carosella, studioso della cultura digitale e lucido protagonista di un’imprenditoria di frontiera in questo campo, è insolito e molto prezioso. Lo è perché, con grande originalità, offre la possibilità di riflettere e di orientarsi attorno alla questione dell’uso della tecnologia e della sua rilevanza per il futuro di tutti. Proprio per questa sua apertura al futuro, comprende che l’antica sapienza popolare custodita in favole e leggende del Meridione è tutt’altro che estranea al tipo di coscienza collettiva che deve guidare responsabilmente il rapporto con le tecnologie.

Tecnologia: mezzo o medium?

Le tecnologie digitali e la cosiddetta “intelligenza artificiale” non sono affatto docili e neutri strumenti pronti a farsi usare da chiunque. Esse hanno lo statuto non di un semplice mezzo, ma di un medium, ossia di un elemento mediatore avvolgente e condizionante per i soggetti umani.

I rischi del dominio tecnologico

Lasciata al suo sviluppo espansivo guidato da interessi di egemonia economico-politica, in un attimo la tecnologia diventa tecnocrazia.

Il ruolo delle nuove generazioni

L’innovazione non viene dalla tecnologia, ma dalle generazioni nuove. La tecnologia deve realmente diventare un complesso di canali comunicativi e di strumenti che siano al servizio dell’umanità intera.

La chiave etica

Al di là dei discorsi retorici e ideologici che si moltiplicano quando si parla del digitale e dell’intelligenza artificiale, in queste pagine viene offerta la chiave culturale per far valere un approccio critico-euristico a una delle questioni più urgenti del nostro tempo, attestando che è possibile arrivare a disporre di una tecnologia di servizio nella prospettiva di un futuro di liberazione. Ciò fa di questo testo un libro autenticamente e fecondamente politico. Un libro profondamente politico per la sua radicale intenzionalità etica.

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